«Noi siamo nani sulle spalle di giganti e uno di questi giganti è Fidel Castro. Qué viva Fidel! Qué viva Cuba! Hasta la victoria siempre!». Parole e musica del sito Internet della sezione Dolores Ibarruri dei Comunisti Italiani torinesi, partito di cui è segretario Vincenzo Chieppa, che di quel sito è collaboratore. La notizia è ufficiale: Chieppa fa parte del listino della candidata di centro-sinistra Mercedes Bresso. Dunque in Piemonte chi vota – per esempio – Udc vota anche per Fidel Castro. A meno di ricorrere al voto disgiunto, la croce sull’Udc è infatti una croce per la Bresso e per il suo listino. Il pacchetto si può comprare solo tutto insieme, Chieppa compreso.
L’Udc e la Bresso obiettano che con i comunisti l’accordo è meramente “tecnico” perché non avranno posti in giunta. Ma la legge elettorale regionale non distingue fra accordi tecnici e non, e della giunta si parla dopo le elezioni. È inutile illudersi: chi vota Udc vota il listino della Bresso, e chi vota quel listino vota Chieppa. Che su Castro non transige: in un ordine del giorno presentato alla Regione chiede che siano «respinti gli attacchi strumentali e la campagna diffamante contro Cuba» e che il Piemonte dichiari «che il governo cubano garantisce ai propri cittadini standard di vita (…) che spesso non sono garantiti neanche nei Paesi cosiddetti avanzati».
Il soccorso rosso di Chieppa non vale solo per Cuba. L’Occidente critica la Cina per le violazioni dei diritti umani? Si mobilita anche Chieppa, ma per denunciare «un’indegna campagna di demonizzazione della Repubblica Popolare Cinese». Quando poi sente parlare di Israele Chieppa non vede rosso solo perché il rosso a lui, comunque sia, piace sempre. Ma ancora il 20 gennaio 2010 conferma il suo impegno per il «boicottaggio dei prodotti israeliani». A proposito: anche gli amici di Israele che votano la lista Bonino-Pannella, che in Piemonte è con Bresso, o il Pd, mandano Chieppa e i suoi boicottaggi in Regione.
Forse proprio per lavarsi la coscienza rossa e laica dopo gli accordi che coinvolgono l’Udc Chieppa – mentre l’Italia protesta per la sentenza europea contro l’esposizione del crocifisso nelle nostre aule – dichiara che «sarebbe giusto che in tutti gli uffici pubblici non venissero esposti simboli religiosi».
Che razza di personaggio la Bresso abbia scelto per il suo listino emerge dal documento più allucinante del sito della sezione Ibarruri. Siamo nel 2008 e tutta l’Europa commossa ricorda dopo quarant’anni la primavera di Praga, i ragazzi schiacciati sotto i carri armati del Patto di Varsavia, il tragico rogo dello studente Jan Palach. Anche i comunisti italiani sventolano commossi le loro bandiere: quelle dell’Armata Rossa e di Breznev.
Si scopre così che ricordando nel 2008 i fatti del 1968, Chieppa e compagni sostenevano i «cinque Paesi socialisti fratelli (Urss, Polonia, Ungheria, Rdt e Bulgaria)» che «assolvendo il loro dovere internazionalista», decisero di «portare aiuto ai popoli della Cecoslovacchia nella loro lotta alla controrivoluzione, in difesa del socialismo, del progresso, della democrazia». L’invasione «impedì alla reazione interna ed internazionale di attuare il loro progetto criminale» e dimostrò «la solidità delle conquiste socialiste, la forza dell’internazionalismo proletario e la capacità di difesa dei comunisti».
Si comprende come perfino il sindaco di Torino Sergio Chiamparino abbia espresso alla Bresso il suo forte “disagio” nel votare un listino con Chieppa. Queste perplessità, ha detto il superiore di Chieppa, Oliviero Diliberto, «sono frutto di un anticomunismo». Quando sente parlare Chieppa perfino Chiamparino diventa anticomunista. Dal contagio dell’anticomunismo sembrerebbe invece immune l’Udc, che pur di far guadagnare il punticino portato da Chieppa alla Bresso chiede ai suoi elettori di votare per Fidel Castro, i carri armati di Breznev e il boicottaggio dei prodotti israeliani.
Sempre “tecnicamente”, beninteso. Hasta la victoria siempre!
bhe...complimenti per l'articolo...cmq vi consiglio di espandere le vostre letture...magari, per esempio, potreste scoprire che il fondatore di "Forza Italia" (da cui deriva il PDL) non che ideologo Marcello dell'Utri è stato condannato a 9 anni per "CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA"...con rapporto stretti ( e dimostrati dalla magistratura) con personaggi di spicco di "Cosa Nostra" o per esempio potreste scoprire che "Il presidente del Consiglio" ha ospitato per anni un mafioso pluriomicida nella sua villa ad arcore negli anni 70...tale "Mangano" definito da Borsellino nell'ultima intervista rilasciata ad un giornalista 2 settimane prima di morire.."Mangano era la testa di ponte di Cosa Nostra a Milano neglia anni 70"...peccato che nessun TG nazione ha avuto il coraggio di trasmetterla...dato che ormai non esistono quasi più giornalisti con la schiena dritta...ma piuttosto dei servitori.
RispondiEliminaGrazie per i complimenti all'articolo ma è stato scritto da Massimo Introvigne e solamente da noi postato.
RispondiEliminaIn merito allo "stalliere" di Berlusconi non mi esprimo e come disse il grande Borsellino: "... non sono io il magistrato che se ne occupa quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla."
Per il resto, grazie del consiglio, cercheremo di espandere le nostre letture.
Un saluto.
Claudia Longo
Sig.a Claudia.
RispondiEliminaMeglio sempre, prima di postare un articolo,specificare chi là scritto.
Se poi non si vuol essere di parte se ne posta uno in contrapposizione, altrimenti si becchà. della servitrice e a ragion veduta è se ne fà una ragione,non basta leggere bisogna anche capire cosa si legge!.
Un saluto.
un lettore.
Signor... lettore, il post ha un titolo. Immediatamente sotto al titolo è scritto il nome dell'autore (Massimo Introvigne), il giornale (Libero) e la data. Pensavo fosse sufficiente...
RispondiEliminaIn effetti concordo con lei sul fatto che non basti leggere... bisogna anche capire cosa si legge.
Riguardo alla possibilità di "beccarmi" della servitrice... non mi preoccupa. Lascio ad ognuno libero pensiero.
Ricambio il saluto.
Claudia L.