Le classi sono decimate ma nessuno ha pensato di dare informazioni precise al fine di tranquillizzare le mamme...cercheremo di farlo noi, le The Angels.
ECCO COME RICONOSCERE L'INFLUENZA SUINA.
Cos'è la nuova influenza provocata dal virus A/H1N1?
La febbre suina è una malattia respiratoria acuta dei maiali causata da virus influenzali di gruppo A. Dei vari sottotipi di virus isolati nei maiali i principali sono di tipo H1N1, cioè quelli responsabili dell’attuale epidemia umana. Dopo i primi casi della nuova influenza umana, che si sono verificati in seguito a contatti molto ravvicinati fra i maiali e l’uomo, il nuovo virus A/H1N1 si è adattato all'uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona.
Si badi bene: l'influenza suina non viene trasmessa attraverso il cibo e dunque non esiste alcun rischio d'infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o di prodotti a base di carne suina.
Quali sono i sintomi e come si distingue dalla "normale influenza"?
La “nuova” influenza si presenta essenzialmente con una triade di sintomi, rappresentata da febbre alta (oltre i 38 gradi) che insorge bruscamente, dolori muscolari e almeno uno fra questi sintomi respiratori: mal di gola, tosse, naso che cola. Di solito l’esordio della malattia si accompagna anche a mal di testa, a uno stato di debolezza (o facile affaticamento) più o meno intenso e qualche volta sono presenti nausea o vomito. Questi ultimi due sintomi però non sono tipici dell’influenza. Se sono presenti unicamente forte nausea, dolori addominali e diarrea è più probabile che non si tratti di influenza, ma di un' infezione gastrointestinale dovuta a uno dei tanti virus stagionali che possono colpire l’apparato gastroenterico.
In definitiva, dal punto di vista sintomatico, la nuova influenza non si distingue in alcun modo dalla classica influenza stagionale. La vera differenza è rappresentata dal fatto che l'influenza A si diffonde più rapidamente dell’influenza stagionale e quindi colpisce un maggior numero di individui perché, trattandosi di un nuovo virus, molte persone non hanno ancora gli anticorpi per difendersi.
Come si trasmette e per quanti giorni chi ne è affetto è contagioso?
La trasmissione da uomo a uomo del virus dell'influenza A/ H1N1 avviene principalmente attraverso le piccole goccioline di saliva che vengono emesse da tutti noi durante i colpi di tosse o gli starnuti, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Una via di contagio può essere il bacio, una carezza, bere dallo stesso bicchiere, fumare la stessa sigaretta o semplicemente stare a distanza ravvicinata con una persona infetta.
Come già detto, dunque, i virus della nuova influenza umana non sono trasmessi dal cibo, cioè mangiando maiale o prodotti a base di carne di maiale.
Di solito, le persone con influenza da nuovo virus A/H1N1 vengono considerate contagiose dal giorno precedente all’insorgere dei sintomi e per almeno quattro giorni successivi. I bambini, specialmente i più piccoli, possono potenzialmente diffondere il virus per periodi più lunghi.
È una malattia grave?
Come la forma stagionale, l’influenza suina nell'uomo può presentarsi in forma lieve o grave, ma va detto subito che al momento la gravità non appare fra le sue caratteristiche: la regola è la guarigione, non le complicanze e tantomeno la morte. Tanto è vero che, in Italia, su circa 1900 casi fino ad oggi riportati, è stato segnalato un solo caso di decesso. Il che significa che la mortalità è presumibilmente identica a quella dell’influenza classica stagionale.
La durata della malattia non oltrepassa di solito i 4-5 giorni. Possono fare eccezione i pazienti affetti da gravi malattie polmonari o cardiache, i diabetici, gli individui con deficit del sistema immunitario (da cause varie) per i quali può risultare più prolungata o andare incontro a complicanze respiratorie.
Cosa fare in caso di sintomi sospetti?
Se i sintomi, come spesso accade, sono lievi e la persona colpita è in buona salute è bene rimanere tranquilli, stare a casa, evitare i contatti ravvicinati con le altre persone (inclusi possibilmente i conviventi) e seguire alcuni consigli terapeutici generali. Se i sintomi sono particolarmente intensi, la malattia si protrae oltre i normali 3-4 giorni oppure la persona è affetta da altre malattie importanti (cardiache, respiratorie, renali) è bene chiamare il medico, anziché recarsi di propria iniziativa al pronto soccorso. Una visita d’urgenza in ospedale può essere indicata solo nei casi particolari in cui insorgano difficoltà respiratorie particolarmente severe e il medico di famiglia non sia immediatamente reperibile.
Come si effettua la diagnosi?
In seguito all’incremento progressivo dei casi in Europa e in Italia sono stati rafforzati i sistemi di sorveglianza e non si ritiene più indispensabile la conferma di laboratorio dei casi sospetti. Pertanto la diagnosi si fonda prima di tutto sulla presenza dei sintomi sopra elencati.
Per la diagnosi di influenza nel bambino ricordate che:
•nel lattante l'influenza si può manifestare solo con vomito e diarrea e la febbre rappresenta una evenienza eccezionale;
•i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere i sintomi generali, ma manifestano il proprio malessere sotto forma di irritabilità, pianto o inappetenza;
•in caso di febbre elevata, i bambini più piccoli presentano spesso occhi arrossati che sono indicativi di una congiuntivite;
•all’età di 1-5 anni la sindrome influenzale si associa frequentemente a laringite, bronchite e febbre elevata.
Attualmente l’indicazione è quella di eseguire l'analisi di laboratorio (solo su indicazione del medico) in tutti i casi caratterizzati da un andamento clinico impegnativo per il quale si ritiene opportuno richiedere un ricovero in ospedale. Ai fini della sorveglianza, inoltre, analisi di laboratorio sono effettuate a campione e nei casi che si sono manifestati in assenza di viaggi o di contatti con casi confermati. L’analisi si fa su un campione di secrezioni prelevate dalle prime vie respiratorie mediante un normale tampone nasale o faringeo entro 4/5 giorni dall'inizio dei sintomi (cioè, quando la persona è contagiosa).
Come si cura?
Come per le altre forme influenzali, la terapia normalmente prevede il riposo e l’assunzione di farmaci antipiretici per abbassare la febbre (primo fra tutti, il paracetamolo), analgesici o antinfiammatori per calmare i dolori ed eventualmente sedativi della tosse. Il trattamento dei sintomi, l’assunzione di liquidi (acqua, tè, succhi di frutta) ed il riposo (protratto fino a 24-48 ore dopo la scomparsa della febbre) sono in genere sufficienti per la completa guarigione nei casi non complicati.
Per alcuni soggetti a rischio (per esempio i bambini sotto i due anni, gli anziani sopra i 65 anni, i pazienti affetti da diabete, malattie croniche respiratorie, cardiovascolari, epatiche, ematologiche, neurologiche o neuromuscolari), i soggetti immunodepressi, le donne in gravidanza o in allattamento, gli asmatici in terapia e le persone obese può essere indicato l’impiego dei farmaci antivirali (zanamivir e oseltamivir).
Questi farmaci, che si assumono in compresse, sciroppi o spray per inalazione, combattono i virus dell’influenza agendo sulle proteine utilizzate dai virus per entrare nelle cellule dell’organismo ospite, sono efficaci contro tutti i virus influenzali e quindi anche quello della nuova influenza, l’H1N1, che è di tipo A.
Questi possono essere utili per ridurre i sintomi e ad abbreviare i tempi di guarigione, ma si devono adoperare solo previa prescrizione medica: la terapia andrebbe iniziata il prima possibile (funziona meglio se iniziata entro due giorni) e va protratta di regola per 5 giorni.
Attenzione però: usarli senza motivo potrebbe procurare anche dei danni. Il rischio infatti è che insorgano virus resistenti al farmaco, rendendolo inutile qualora l’assunzione diventi realmente necessaria. Questi farmaci si possono acquistare solo su prescrizione medica, non sono rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale e sono molto costosi. La comparsa di complicazioni (per esempio una bronchite o polmonite) può richiedere la prescrizione di una terapia antibiotica, che andrà comunque sempre effettuata da un medico.
Quali sono le principali norme di prevenzione?
Vaccinazione
L'arma migliore di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione della popolazione. Il vaccino specifico contro il virus A(H1N1) sarà presto disponibile.
In Italia, il Ministero della Salute ha già fissato le norme principali per l’esecuzione della campagna vaccinale gratuita che riguarderà circa il 40% della popolazione e prevede in una prima fase (a metà del mese di novembre) la vaccinazione di:
•soggetti a rischio perché affetti da patologie croniche gravi;
•personale sanitario che deve garantire le prestazioni assistenziali;
•personale che garantisce gli aspetti di sicurezza del Paese (vigili del fuoco, polizia, protezione civile, etc);
•personale che garantisce la continuità dei servizi cosiddetti essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti, etc).
Entro la fine dell’anno sarà poi la volta dei soggetti affetti da malattie respiratorie fra i 2 e i 65 anni, mentre infine a partire da gennaio 2010 i vaccini saranno riservati alla popolazione sana fra i 2 e i 27 anni, cioè a quella fascia d'età che, dai dati sull'andamento mondiale della malattia da aprile ad oggi, risulta essere la più colpita dall'infezione che, in tali soggetti, si trasmette più facilmente.
Norme generali
Una volta che si è stati colpiti dalla nuova influenza, come del resto da qualunque altra forma infettiva virale delle vie respiratorie, è bene lavare le mani dopo aver tossito o dopo essersi soffiati il naso perche qui si vanno a depositare, attraverso le goccioline di saliva, le secrezioni infette.È bene poi evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca, usare ognuno il proprio asciugamano, le proprie stoviglie, evitare contatti ravvicinati con persone sane, per esempio baci o carezze, coprire con un fazzoletto (possibilmente di carta) naso e bocca quando si starnutisce e gettare il fazzoletto dopo l’uso nella spazzatura o nella biancheria da lavare.
Mantenere una distanza adeguata (circa un metro) tra persona e persona è considerata una misura sempre efficace per prevenire il contagio della malattia.
Si raccomanda infine di rimanere a casa se malati evitando di viaggiare, di recarsi al lavoro o a scuola, allo scopo di limitare i contatti possibilmente infettanti con altre persone e ridurre il rischio di complicazioni e infezioni da parte di altri microbi.
PER QUANTO CI RIGUARDA SULLA PREVENZIONE, OVVERO SUL VACCINO, AVREMMO QUALCHE PERPLESSITA' E GUARDATE PERCHE'!!!
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ECCO UN ARTICOLO FRESCO FRESCO...
Influenza suina: 20 mila contagiati.
Studentessa in fin di vita
TORINO 04/11/2009 - Restano gravissime ma stabili le condizioni dei due pazienti colpiti da influenza A ricoverati in Rianimazione all’ospedale Molinette. La prognosi resta riservata. Lo stesso per il piccolo di 11 anni ricoverato all’ospedale infantile. Invece un leggero miglioramento, anche se oscillante, ha interessato la giovane Valentina, ricoverata in Terapia Intensiva al Maria Vittoria. Anche per lei, come per il quarantenne vigile del fuoco volontario delle Mo-linette, i medici sono ricorsi alla circolazione extracorporea per stabilizzarla. La sua malattia, una obesità leggera (e non un grave soprappeso, come fatto sapere lunedì), non sarebbe, secondo i medici, un fattore di rischio dell’influenza A.
Intanto i dati aggiornati della “suina” (che è arrivata in anticipo rispetto alle previsioni) arrivano dalla Regione Piemonte e confermano quanto dicono da tempo medici e pediatri. La 43esima settimana monitorata a livello regionale parla di 6 casi per mille piemontesi a settimana (2 per mille sono anziani, il resto sono bambini). «Siamo ancora entro livelli a cui rispondiamo con le risorse ordinarie - ha spiegato Vittorio Demicheli, direttore dell’assessorato alla Sanità della Regione . Anche per quanto riguarda i bambini siamo in una situazione ordinaria, perché i circa 20 casi per mille bambini a settimana che siamo abituati a vedere sono circa metà di quelli che abbiamo visto nelle stagioni più brutte. Se crescessero a livelli critici, faremo partire il potenziamento dei servizi pediatrici. Aspettiamo tuttavia i dati di domani (oggi per chi legge, ndr)». A livello piemontese questi i dati: secondo l’assessorato, circa l’80% dei soggetti campionati ha l’influenza H1N1. «In questo momento su circa 25mila piemontesi ammalati - riferisce Demicheli - circa 20mila hanno il virus H1N1».
Sul piano dei vaccini Demicheli ribadisce che le dosi saranno sufficienti per venire incontro alle necessità. «Già da lunedì le donne gravide al secondo o al terzo trimestre di gravidanza e la popolazione da 6 mesi a 64 anni ad alto rischio di infezione beneficerà della seconda fase della vaccinazione - ha sottolineato Demicheli -. In questa fase avevamo stimato circa 200mila persone a rischio e pensiamo che da lunedì ce ne saranno altrettante per vaccinare le categorie interessate». Ma nel contempo occorre registrare la presa di posizione di molti medici pediatri che non si vaccineranno e consigliano di non vaccinare neppure i bambini: perché il vaccino faccia effetto, difatti, occorrono alcuni giorni, situazione che porterebbe oltre il picco influenzale di questi giorni - quindi sarebbe inutile -, ma ancora troppo lontani - per essere immunizzati - da quello atteso per fine anno.
Grazie ragazze per avermi aperto di più gli occhi sull'influenza A/H1N1 ovvero la suina proprio grazie al vostro articolo messo sul blog ma anche grazie per il video lo seguito tutto benissimo certo che c'è sempre su tutto un mangia mangia e quello che mi fa più schifo lo fanno anche sulla salute e vita delle persone siamo proprio in buone mani!!!!!! ciao Debby
RispondiEliminaMi chiedo perchè non sono state date nessuna comunicazione dalle insegnanti delle scuole che ci sono stati parecchi casi di influenza "suina"? A me le insegnanti di mio figlio non ha potuto dirmi niente perchè c'è la legge della privacy, ma che privacy privacy questa è una cosa che si deve dire senza, naturalmente,fare nomi giusto? Certi che hanno proprio la laurea di d......a acuta!!!! ciao
RispondiElimina