Alcuni cittadini residenti e commercianti di via Oberdan ci hanno segnalato la presenza di un pino che, anno dopo anno sta diventando sempre piu' vecchio, stanco e storto, quindi molto pericoloso.
Ci hanno riferito più volte ma, soprattutto in occasione di uno degli ultimi forti venti che ha colpito la nostra città, si è staccato un grosso ramo, cadendo in prossimità del marciapiede e del parcheggio sottostante.
Siamo a conoscenza del fatto che, le aiuole di via Oberdan sono di proprietà dei condomini presenti ma, gli alberi siti in queste aiuole, appartengono invece al comune che dovrebbe provvedere ad effettuare eventuali monitoraggi e, se necessario, potare o rimuovere gli alberi "pericolanti"...
In caso di forte vento, il tronco dell'albero arriva a piegarsi quasi completamente, implicando così un pericolo per chi attraversa la via in auto, a piedi e per chi abita nel palazzo di fronte.
Dobbiamo aspettare che accada qualche tragedia com' è accaduto a Roma oppure... riusciamo a verificarlo in tempi stretti???
Se quel ramo sopra citato nella caduta avesse preso un passante, cosa sarebbe successo???
E' possibile che prima di prendere provvedimenti qualcuno sia obbligato a piangere???
Ecco la "caccia" delle Angels... al pino...
Il palazzo di fronte è alto sei piani...
... maestoso, non c'è che dire ma... in una via di forte corrente d'aria, potrebbe trasformarsi in "pericoloso"... un recente esempio l' abbiamo visto a Roma:
Tromba d'aria, muore nell'auto
Alina Doca, 22 anni, travolta in una Punto da un alberoSette feriti in città, oltre duecento piante abbattute.
ROMA - È piombata all’improvviso, dopo una mattinata di pioggia alternata a sprazzi di sole. E ha scatenato il panico. Da Montesacro all’Eur, lasciandosi dietro una scia di morte e danni ingenti alla velocità di 50 nodi, oltre 90 chilometri all’ora. Ma la tromba d’aria di ieri pomeriggio ha anche ucciso: a San Vittorino una ragazza romena, Alina Doca, 22 anni, è stata schiacciata da un albero mentre si trovava in auto con due amiche, e ferito altre cinque persone, una delle quali, in viale Europa, è ricoverata in ospedale in gravi condizioni.
Le raffiche di vento che hanno spazzato la città hanno abbattuto in pochi minuti, dopo le 16.30, oltre 200 fra alberi e rami, fatto volare antenne tv e cartelloni pubblicitari, danneggiato balconi e cornicioni. Un pomeriggio di paura. Tanto che l’assessore comunale all’Ambiente, Fabio Di Lillo, ha parlato di «una calamità naturale, non un semplice acquazzone ». Alina Doca, impiegata vicino Tivoli, è morta sul colpo dopo che un pino ha distrutto la Fiat Punto sulla quale stava viaggiando su via di Lunghezzina, fra Roma e Tivoli. Le sue amiche, anche loro ventenni, sono rimaste ferite in modo non grave. Per estrarre il corpo della ragazza sono intervenuti i vigili del fuoco, chiamati in tutta Roma a fronteggiare l’emergenza maltempo.
Più di 500 infatti le chiamate dei cittadini. Molte drammatiche: in via Val di Fiemme, al Nomentano, un albero si è abbattuto su un’utilitaria imprigionando una cinquantenne, trasportata in ospedale con fratture e contusioni. In via Tiburtina, invece, un automobilista se l’è cavata con la frattura di un braccio dopo che un grosso ramo aveva schiacciato la vettura che stava guidando. Soccorritori in azione anche in via Val d’Ossola e via Valsolda. In viale Europa, all’Eur, la tromba d’aria ha provocato la caduta di tronchi e rami. Uno di questi ha colpito in pieno una donna di 50 anni che aspettava l’autobus. Ora è ricoverata al Sant’Eugenio per trauma cranico. ragazza sono intervenuti i vigili del fuoco, chiamati in tutta Roma a fronteggiare l’emergenza maltempo.
Con il passare delle ore il bilancio dell’ondata di maltempo ha assunto proporzioni inquietanti. Ambulanze e mezzi dei vigili del fuoco, insieme con quelli della Protezione civile, sono intervenuti praticamente in ogni quartiere. Centinaia anche le segnalazioni raccolte da polizia e carabinieri. Una ventina invece le linee Atac deviate. E il traffico è impazzito in varie zone a causa delle strade ostruite dagli alberi e dai detriti: chiuso alla circolazione il Muro Torto, interdetto il passaggio dei veicoli in viale Venezia Giulia, all’Alessandrino, e anche nei pressi della Regione Lazio. Tre grossi alberi sono caduti a Villa Borghese e un altro in via XXIV Maggio, nei pressi del Quirinale. Superlavoro per la polizia municipale. I vigili urbani sono intervenuti per deviare il traffico in via Trionfale, via Lina Cavalieri, alla Serpentara, via Lanciani, via Prenestina, via di Acilia, all’incrocio con viale Cristoforo Colombo, dove si sono formate lunghe code di veicoli. Momenti di paura in via Marmorata, dove un albero si è schiantato su un pullman turistico. Bloccata la ferrovia Roma-Viterbo. Al porto di Civitavecchia una nave da carico ha rotto gli ormeggi. E in serata chiusa la galleria «Giovanni XXIII» con pesanti ripercussioni sulla circolazione a Corso Francia, Vigna Clara, Collina Fleming e in tutta Roma nord.
Rinaldo Frignani
13 ottobre 2009
13 ottobre 2009
dal CORRIERE DELLA SERA.IT
La pioggia nel pineto - Gabriele D'Annunzio
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
...la natura è amore, metamorfosi, musica, poesia... vogliamo trasformarla anche in "assassina"?
care angels se sperate che il comune faccia qualcosa avete proprio sbagliato sin dall'inizio, ma mai dire mai giusto? Sicuramente aspetta che succeda qualcosa e poi....è meglio che finisco qua ciao Debby!!!!!
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